Attività e Galleria

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21 Giugno 2003, Milano – esce il libro “Una Visione Diversa” per i tipi di l’Electa Mondadori e curata da Patricia Adkins CHiti, una collezione di saggi e studi per fare conoscere il contributo creativo delle donne alla storia dell’Italia. Una storia costruita da artigiane nei borghi e piccoli comuni, musiciste e copiste nei conventi e nelle corti, danzatrici ed attrici girovaghe, artiste nelle botteghe dei padri

“Una Visione Diversa”, titolo del Convegno organizzato a Roma nel mese di dicembre 2002 dalla Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica e il Comitato Pari Opportunità del Ministero per i Beni e Le Attività Culturali, è come un vaso di Pandora dal quale escono, visibili e tangibili, documenti che ci aiuteranno a ricordare che le donne hanno la capacità di illuminare la società. Abbiamo creato visioni di rara bellezza nel passato: continueremo a crearle oggi e domani.

Si ringrazia la Fondazione Cariplo per il contributo che ci ha permesso di stampare questo libro

Una Visione Diversa ovvero la creatività femminile in Italia tra l’Anno Mille e il 1700

Le artiste nascono nel Mediterraneo. La danza, i rituali, il suono del canto e degli strumenti, la vestizione, i gioielli, il profumo e i dipinti – tutte queste cose sono servite per manifestare la sacralità e il passaggio delle stagioni della vita; per la semina, l’arrivo della luna nuova, l’attesa della pioggia e il ritorno a casa degli uomini. Le donne hanno dipinto il vasellame sul quale si offriva il cibo; hanno coltivato, filato, tessuto e tinto lino, cotone, seta, lana; hanno lasciato preghiere, versi e scritti. Sapevano di essere fautrici di una diversità culturale, una ricchezza, che è stata un fattore essenziale dello sviluppo dei popoli.

“Una visione diversa” vuol riscrivere la storia delle donne italiane. Una storia costruita da artigiane nei borghi e piccoli comuni, musiciste e copiste nei conventi, artiste nelle botteghe dei padri … Le grandi decorazioni ecclesiastiche e gli arazzi secolari del mondo medievale sono rimasti tutti, o quasi, anonimi ma furono sicuramente lavoro di donne. Prima dell’avvento della stampa, la scrittura e la pittura erano attività parallele e anche l’Italia aveva centri per pittrici, copiste e miniaturiste.

Nel mondo rinascimentale l’arte pittorica diventa una professione ambita. Almeno centotrenta donne italiane e anche scultrici e incisori: da ricordare Properzia de Rossi, Elisabetta Sirani, Sofonisba Anguissola, Plautilla Nelli, Artemisia Gentileschi, Marietti Robusti detta la Tintoretta, nomi noti agli amanti dell’arte ma assenti dai testi scolastici italiani.

Le ricerche musicologiche ci confermano che nel periodo tra l’anno 1000 e il 1700 in Italia sono state tramandate musiche di ben seicento compositrici. “Una visione diversa” presenta quattro categorie di musiciste: le viandanti, con melodie, riti e tradizioni popolari; le figlie di musicisti che diventano, a loro volta, professioniste del cantare, suonare, comporre; le donne nobili e le “ben maritate”, che creano il “mecenatismo culturale” e che sono spesso anche compositrici; le monache, che sfidano la Chiesa e il papato pur di produrre una propria musica.

Saggi di: Patricia Adkins CHiti – Paola Besutti – Nadia Buracchi – Paola Ciarlantini – Antonio Carretto – Silvia Costa – Maria Concetta di Natale – Patrizia Ippolito – Elisa Manna – Luciana Mariotti – Luisa Miglio – Maurizio Padovan – Marco Palma – Salvatore Piras – Lucia Principe – Adele Quercia – Elisabetta Silvestrini – Ornella Scognamiglio – Franz Turchi – Simona Weller – Myriam Zerbi Fanna.

Visita della Fondazione in Serbia

Visita della Fondazione in SerbiaC’è una nuova affiliata, la quarantanovesima, per l’associazione “Donne in Musica”: lo scorso 4 ottobre, alla presenza di una delegazione dell’Associazione, composta dalla Presidente, Patricia Adkins Chiti e dalla delegata ai Rapporti Internazionali, Gigliola Zecchi, è stata costituita la sezione serba che raggruppa donne musiciste, compositrici, musicologhe e virtuose non solo della Serbia, ma anche del Montenegro e del Kosovo. La firma del documento d’affiliazione è stata consacrata in una cornice un po’ “speciale” nella sede di Kragujevac, città conosciuta come la Torino della Serbia. Presidente della neonata Associazione “Donne in Musica” serba è la compositrice Vojna Nesic, che per l’occasione, ha organizzato un concerto molto interessante, comprendente non solo un coro di canti tradizionali di Knica, ma anche le esecuzioni di musica contemporanea serba di compositrici a cura della pianista Svetlana Milivojevic, che ha studiato a Firenze, del tenore Vojislav Spasic e dell’Ensemble Vocale e Coro “Kir Stefan”, diretto dal direttore della Scuola Musicale di Kagujevac, Marko Nesic.

Il coro ha eseguito una coinvolgente composizione della presidente Vojna Nesic che ne ha evidenziato il legame tra la musica della chiesa ortodossa e il mondo della musica tradizionale In una riunione fra le responsabili direttive della Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica e dell’affiliata serba, sono state indi tracciate la linee-guida d’azione della nuova sezione nel suo ampio raggio d’attività, riguardanti ben tre Nazioni. Gli impegni saranno molteplici: al più presto sarà approntato una necrologia per la famosa compositrice serba Lubica Maric, recentemente scomparsa fra stenti e povertà, per il suo inserimento nel sito della Fondazione; recuperare composizioni, partiture, spartiti, al fine di salvare la memoria di questa grande musicista. Tale materiale potrà essere custodito e valorizzato presso gli archivi e la biblioteca della Fondazione, unica al mondo in questo specifico settore. L’affiliata serba, inoltre, ha preso impegno di ricercare le compositrici viventi nel Paese, censendole con un formulario che, riempito dalle compositrici stesse, costituirà un aggiornato data base. Non basta: le socie serbe lavoreranno anche per raccogliere tutto il materiale disponibile sulle compositrici del Paese, sia pre sia post il 1918 (ossia prima e dopo l’Impero Austro – Ungarico) per aggiornare e completare una storia della musica al femminile in Serbia. La Presidente della Fondazione, Patricia Adkins Chiti ha espresso la propria volontà di commemorare degnamente il genio musicale di Lubica Maric, attraverso una borsa di studio di un anno presso una delle quattro Accademie di Musica serbe. Un budget comprendente anche le spese di sostentamento per la studentessa sarà poi sottoposto al vaglio del Consiglio della Fondazione per istituire la borsa di studio “Lubica Maric”.

Infine, affinché non si replichi la dolorosa vicenda della compositrice, vittima dell’indigenza, è stato chiesto alle socie una ricerca scrupolosa per individuare altre musiciste anziane in difficoltà finanziarie. Il tutto nella logica di una rete a sostegno della musica al femminile in tutto il mondo. L’Accademia Musicale di Kosovo richiede aiuto urgentemente – non ha fondi per l’acquisto di musica e cds di ogni tipo – la Fondazione ha già inviato una richiesta in questo senso a tutte le compositrici italiane. Contributi possono essere inviati direttamente alla Fondazione in Fiuggi. Diamo di seguito l’indirizzo di questa nuova affiliata: Zena i Muzika Dona et Musica, Serbia Presidente –